L’Ambasciatore d’Italia in Eritrea, S.E. Marco Mancini, ha reso omaggio ai 1200 soldati italiani e eritrei sepolti presso il Cimitero Militare Italiano di Keren, nel corso di una sua visita alla città, la terza per popolazione e importanza del Paese.
Nel corso della visita l’Ambasciatore ha incontrato il figlio di un alpino italiano caduto nell’omonima battaglia, che ne ha ripercorso le diverse fasi, protrattesi per quasi due mesi, durante i quali alpini, bersaglieri, granatieri di Savoia e ascari difesero strenuamente la città dall’assedio delle truppe britanniche, compiendo gesta eroiche, tra le quali il sacrificio del giovane Generale Orlando Lorenzini, Medaglia d’Oro al Valor Militare.
La caduta di Keren, nel 1941, spianò la strada alle truppe britanniche per la conquista della capitale Asmara e del porto di Massaua, ponendo fine alla presenza coloniale italiana in Eritrea. Tuttavia, anche dopo la fine della guerra, il Tenente Colonnello Amedeo Guillet, al comando di un centinaio di militari indigeni, si rese protagonista di una serie di attacchi e atti di sabotaggio ai danni dei britannici. Per le sue gesta e la sua inafferrabilità egli venne ribattezzato dalla popolazione eritrea “Comandate Diavolo”.
La presenza e conservazione dei Cimiteri Militari Italiani in Eritrea testimonia di una pagina di storia patria oggi forse non molto nota alle nostre giovani generazioni, ma densa di atti di coraggio ed eroismo da parte delle migliaia di soldati italiani che combatterono (e morirono) in Africa Orientale.